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16/10/1999 - La Nuova Sardegna
Col nuovo Timi Ama 200 posti di lavoro
di Mauro Lissia
CAGLIARI. Il Timi Ama, lo storico albergo anni Sessanta sullo stagno di Notteri, riaprirà al pubblico il prossimo mese di maggio. Non è una previsione, è una certezza. Il nuovo proprietario Giorgio Mazzella -che sulla costa del Sarrabus è già padrone del Grand'Hotel Capo Boi- sta lavorando per rimettere in sesto la struttura, rifatta qualche anno fa dalla `Timi Ama hotels' ma rimasta chiusa. Mazzella è in questi giorni a Milano per trattare con il tour operator che curerà la commercializzazione internazionale dell'albergo: potrebbe essere Ventaglio, già impegnato con risultati importanti su Capo Boi. Per una Villasimius che cresce e che punta a diventare il polo turistico della Sardegna meridionale, la riapertura del Timi Ama -costruito nel 1963, quando la Sardegna era un'altra cosa- è un evento di grande interesse. Ma ancora più interessante è l'annuncio -dato in termini di certezza da Mazzella- sulla prossima assunzione del personale: saranno duecento i giovani locali a collaborare con lo staff dell'imprenditore ogliastrino. Un bel colpo per l'occupazione asfittica del paese. Il Timi Ama sarà un hotel rivolto alla fascia alta del turismo, dotato com'è di ogni comfort e di servizi di prim'ordine. Dopo l'ultimo intervento di ristrutturazione le stanze disponibili sono 170, ma le modifiche in corso dovrebbero portare il numero a 200. Altre 50 camere -salvo intoppi burocratici- saranno realizzate sfruttando la cubatura residua. Come suo solito, Mazzella sta facendo le cose in grande: sono in costruzione un servizio `bambinopoli' a cento metri dal corpo centrale dell'albergo, una grande piscina e una zona sportiva con tennis e calcio. Dal Mar Rosso sono in arrivo cento palme adulte, che trasformeranno i giardini in un'oasi ricca d'ombra. Solo per l'acquisto, il gruppo Mazzella ha investito cinquanta miliardi ("mai stato in concorrenza con Sergio Zuncheddu -vuole precisare l'imprenditore- con lui troviamo sempre un accordo"). Prima che la struttura sia pronta ad accogliere i turisti, si dovranno spendere almeno un'altra decina di miliardi. Il Timi Ama dovrebbe lavorare in parallelo con Capo Boi -115 persone occupate- che quest'estate ha chiuso la stagione il dieci di ottobre con duecento ospiti. Nell'arco dell'estate -grazie alla collaborazione di Ventaglio- Capo Boi ha fatto registrare 56 mila presenze. Altre 25 mila hanno `ruotato' sul residence di Torre delle Stelle, anche quello di proprietà di Mazzella. Il che la dice lunga sulle potenzialità del Timi Ama, che punta dichiaratamente a quota 100 mila già la prossima estate. A parte i risultati commerciali -che riguardano chiaramente il gruppo Mazzella- dall'arrivo ormai massiccio di tour operator d'alto rango Villasimius -c'è anche il Tanka, fra gli altri- attende effetti benefici per la propria economia. Le assunzioni - semestrali, nel caso di Mazzella- sono il primo degli effetti. Manca l'indotto, quell'insieme di attività di sostegno all'industria turistica che in Sardegna continuano a restare un sogno: "Purtroppo è vero -spiega Giorgio Mazzella- sia io che gli altri imprenditori turistici siamo costretti a rivolgerci altrove per rifornire i nostri villaggi. La presenza di centri come Capo Boi ed ora il nuovo Timi Ama potrebbe essere sfruttata diversamente". Ma così non avviene: dai più semplici prodotti alimentari -pane, vino, dolci- fino a quant'altro è indispensabile a tenere in piedi i servizi di un albergo, si trovano sul posto soltanto raramente: "Oppure, quando si trovano -avverte Mazzella- è sempre molto difficile ottenerli a un prezzo di mercato, rapportato alla quantità delle nostre ordinazioni". Il risultato è che i turisti vivono una Sardegna in gran parte d'importazione, almeno per quanto riguarda la gastronomia e i prodotti tipici. Soprattutto quella categoria di turisti che sceglie di trascorrere la vacanza estiva all'interno del villaggio, concedendosi soltanto qualche escursione guidata. Una conferma arriva dal sindaco di Villasimius, Tore Sanna: "E' vero che siamo in ritardo, come avviene un po' in tutta la Sardegna -è la sua opinione- ma più che sull'offerta di prodotti dell'agroalimentare, per esempio, siamo in ritardo sui servizi al turista, in quella che viene definita cultura dell'accoglienza. Un vecchio operatore turistico mi disse, tanti anni fa: fatto l'albergo, il business sta nel vendere la coca-cola. Ora ho capito che aveva ragione". Nessun problema invece per il personale: "Con Villasimius siamo riusciti a costruire un buon rapporto di collaborazione -spiega ancora Mazzella- e l'amministrazione comunale ci aiuta a trovare i collaboratori giusti. Certo, se la Regione formasse alcune figure, per esempio le guide a cavallo, sarebbe un'ottima cosa. Ma gli imprenditori turistici e la Regione, si sa, parlano linguaggi diversi".