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08/10/1997 - La Nuova Sardegna
La Sardegna parte civile
di Filippo Peretti
CAGLIARI La Regione chiederà di costituirsi parte civile nei processi contro i "ladri di uomini". La nuova offensiva politica per sconfiggere i sequestri di persona è stata annunciata ieri mattina dal Presidente Federico Palomba in un incontro a Villa Devoto con Giorgio Mazzella, l'imprenditore ogliastrino che, ribellandosi alle minacce che da tempo lo hanno costretto a vivere "blindato" con la sua famiglia sulla sua barca a Cagliari, ha deciso di rivalersi nei confronti dei banditi e di costituire una Fondazione di volontariato per combattere in qualsisasi modo il tragico fenomeno e le bande criminali.
Palomba ha ringraziato Mazzella per il coraggio della sua "provocazione" e ha garantito il sostegno dell'istituzione regionale. Lo ha fatto citando la Carta De Logu di Eleonora d'Arborea che richiama "la responsabilità collettiva del villaggio" e specifica che qualora uno dei suoi membri dovesse rimanere vittima di attentato, il villaggio, se sa, è responsabile di quanto accaduto e deve pagare per ciò che è stato fatto. "La nostra comunità regionale -ha detto il Presidente- deve sentire forte il peso e la responsabilità degli eventi che, come i sequestri di persona, feriscono i singoli e minacciano la dignità di tutti". E un appello:"Chi sa deve parlare", perchè "i cittadini sardi si devono ribellare" in quanto "è giusto chiedere maggiori interventi da parte dello Stato, ma la prima risorsa per sconfiggere il sequestro di persona siamo noi, per abbattera la cultura dell'omertà e tenere viva la cultura del coraggio".
E' ancora da stabilire se la costituzione di parte civile da parte della Regione sarà accettata. Ma il significato politico è comunque preciso e Palomba ha ricordato di aver assunto la stessa iniziativa anche per i "desaparecidos" sardi in Argentina.
Le minacce nei confronti di Giorgio Mazzella (che nel 1975 perse il padre: sequestrato e mai più tornato a casa nonostante il pagamento di 500 milioni di riscatto) risalgono a un anno e mezzo fa e sono contenute in un'intercettazione telefonica. L'imprenditore turistico, con interessi anche in settori industriali, ha detto a Palomba che la sua denuncia e la costituzione di parte civile non sono che un primo gesto di una lotta contro i sequestratori: "Sono stanco di essere considerato appartenente ad un popolo di sequestratori, così come ci vedono nella penisola, la maggior parte dei sardi è onesta".
La fondazione, oòtre a discutere il fenomeno, dovrà anche affiancare le famiglie dei sequestrati. "L'obiettivo -ha spiegato- è quello di rendere il sequestro impossibile, e si può fare partendo dalla base, dalla popolazione dei paesi della Barbagia che devono collaborare. Ecco perchè ho inviato una lettera a diversi amministratori e al Sindaco di Orgosolo, il paese di due dei malviventi che avrebbero voluto sequestrarmi".
Mazzella ha ricevuto anche la solidarietà del Consiglio regionale. In una lettera all'imprenditore il Presidente Gian Mario Selis, che aveva già assunto una serie di iniziative a favore di Silvia Melis e aveva promosso una serie di vertici con parlamentari e forze dell'ordine, ha assicurato l'impegno affinchè niente venga trascurato nella lotta ai sequestri di persona. Le istituzioni regionali, ha detto Selis, "intendono sostenere con forza il movimento d'opinione contro un fenomeno che non sequestra singole persone, ma un intero popolo e le sue stesse speranze di sviluppo".
Infine il deputato Piergiorgio Massidda, di Forza Italia, ha affermato che "l'iniziativa di Mazzella è un altro passo significativo di una ribellione popolare, sempre più manifesta, contro i sequestri di persona".