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08/11/2004 - La Nuova Sardegna
"Domu mia Attilio Mazzella", inaugurata la comunità-alloggio
di Lamberto Cugudda
ARBATAX. Il sogno è diventato realtà. Ieri mattina è stata inaugurata "Domu mia Attilio Mazzella". Giorgio Mazzella, insieme alla moglie Angela Scanu, alla madre Giggina Toxiri, e al fratello Marcello (la sorella Maria Teresa non era presente per problemi di salute), sono felici.
Pensano al "patriarca" Attilio Mazzella, che non c’è più. Ma continuerà a “vivere” nella casa di famiglia che aiuterà bambini e giovani a crescere in un ambiente sereno. Come è stato per loro.
Il “sogno condiviso” è stato realizzato. Ha visto la luce grazie alla famiglia Mazzella che, per ora, concederà per trent’anni la casa paterna per ospitarvi 12 fra bambini e giovani (di età compresa fra i 6 e 21 anni), alla Fondazione Patrizio Paoletti e all’"Albero della vita-Onlus".
"Domu mia Attilio Mazzella", ovvero la comunità alloggio familiare per il reinserimento sociale assistito dei minori, si trova al numero 1 della via Porto Frailis e dispone di 500 metri quadrati di ambienti per l’accoglienza, per le attività educative e i laboratori artistici e artigianali, più 5mila metri quadri di giardino.
Ieri mattina c’era aria di festa nella casa dove Attilio Mazzella (che venne sequestrato nel luglio 1975 e non fece mai ritorno a casa) con la moglie Giggina Toxiri, i figli Pierpaolo (scomparso nel 1970) Marcello, Giorgio e Maria Teresa, vissero felici per decenni.
Giggina Toxiri concede una piccola intervista: "In questa casa ho abitato per 33 anni insieme ai miei cari. Da tempo risiedo a Cagliari. Cosa ho provato oggi? Ho ripensato ai tantissimi momenti felici che abbiamo trascorso con mio marito e i miei figli. Oggi ho provato una grandissima emozione: è uno dei giorni più belli della mia vita. Tanto che, a 84 anni, non pensavo di potere provare un momento tanto toccante e intenso. Anche Attilio da lassù, ha approvato quanto è stato fatto e ci starà guardando felice per l’opportunità che viene data agli ospiti. Sarò la loro nonna e verrò a trovarli spesso".
Giorgio Mazzella (presidente di Banca Cis), la moglie Angela e il fratello Marcello, sono raggianti: "Ci tenevamo tanto a dare gambe e a questo progetto e ora ci siamo, grazie anche alla Fondazione Pabrizio Paoletti e all’"Albero della vita". Ci auguriamo che gli ospiti possano crescere felici e sereni così come lo siamo stati noi. Questa, così come è stato per noi, sarà la loro casa e verranno accompagnati per la crescita, seguendoli negli studi e nel percorso formativo, fino all’autonomia".
Patrizio Paoletti, da buon napoletano -poi trasferitosi al Nord- ha un’espressione solare. Ha solo 44 anni, ma le sue parole paiono esprimere la saggezza di un grande e vecchio saggio: "E’ un momento molto importante, perché si dà il via, reale, a una comunità alloggio familiare che seguirà i programmai educativi e formativi della pedagogia del terzo millennnio. “Domu mia” potrà avere fino a 12 ospiti e verrà così coronato il sogno della famiglia Mazzella. Oggi è una giornata di festa: mi sento ancora di più un uomo del Sud e un uomo del cuore".
Poco distante, Maurizio Montesano, coordinatore di tutti i progetti della Fondazione Patrizio Paoletti e dell’"Albero della vita", si dà un gran da fare per coordinare al meglio la giornata di festa.
Si è tenuta una conferenza stampa alla quale hanno preso parte anche i due coordinatori della comunità alloggio familiare, l’educatrice Barbara Piva e lo scenografo Luca Cerrao. Sono intervenuti anche due ospiti isolani, entrambi quindicenni.
La ragazza, capelli neri e sguardo dolce, spera di riuscire a divenire una brava fotografa, mentre il ragazzo, con lo sguardo fiero e capelli nerissimi, dice solo poche ma decise parole: «Voglio diventare generale». Più tardi, mentre gli altri mangiano la torta, il ragazzo (Alberto), sempre con fare deciso, dice: "Scrivetelo chiaro: noi che siamo ospiti qui non siamo in difficoltà". La ragazza (che si fa chiamare Linus) afferma: "Penso che questa casa servirà a farmi crescere in maniera serena e a migliorare la mia vita".